In condizioni normali ci vorrebbe una non comune dose di ingegno per escogitare un modo di sottrarre soldi simultaneamente alla Fondazion...
In condizioni normali ci vorrebbe una non comune dose di ingegno per escogitare un modo di sottrarre soldi simultaneamente alla Fondazione Italiana per la Ricerca sul Cancro, alla Lega del Filo d’Oro per i sordociechi, alla Vidas per l’assistenza ai malati terminali, alla Fondazione Don Gnocchi, alle missioni dell’Associazione Don Bosco, all’onlus Sos Villaggi dei Bambini, all’onlus Cini Italia per i bambini poveri indiani, all’Associazione Fratelli dell’Uomo, alla sezione milanese del Wwf, alla secolare Società del Quartetto e pure all’Asilo del cane: cioè alle associazioni benefiche alle quali (oltre che ad alcune persone amiche) una anziana e facoltosa signora della Milano-bene, Alma Colombo, morta a 88 anni nel 2014, in un testamento davanti a un notaio monzese aveva destinato 22 donazioni tra il mezzo milione e i 50.000 euro (compresa quella alla dog-sitter per prendersi cura del fido cane Robin rimasto senza padrona).
E della distribuzione di questi «legati» (così si chiamano giuridicamente), per un totale di 3,5 milioni di euro su un’eredità di 5,3 milioni, la signora aveva incaricato, quale propria erede testamentaria, la 52enne cugina avvocato Flavia Tibaldi, donandole peraltro 600.000 euro e l’usufrutto di due case a Milano e Venezia. Ma costei prima scrive alle associazioni una lettera in cui assicura (4 marzo 2015) che «sarà mia premura avvisarvi quando le somme saranno pronte per essere liquidate», e poi invece trattiene bellamente per sé tutto il patrimonio. Monetizza immobili come una casa in centro a Milano. Cancella la residenza italiana e la sposta a Londra. Schiva tutte le notifiche giudiziarie a indirizzi dove il portiere di turno dice di ignorare nuovi recapiti. Si cancella dall’Albo dell’Ordine degli Avvocati. Svuota i conti correnti. Si rende così intangibile alla sfilza di sequestri conservativi pur ordinati dal Tribunale civile di Milano (come nella causa degli avvocati Guido Camera, Alberto Predieri e Laura Mantelli per la Società del Quartetto), mentre le associazioni restano ugualmente a secco in quanto in Italia l’inadempiente esecutrice testamentaria risulta non possedere più alcun bene aggredibile.
Ha anche la fortuna di vedere la Procura di Milano chiedere (e l’Ufficio Gip accogliere) l’archiviazione di una prima denuncia del Fondo Ambiente Italiano, declassata a bega civilistica da risolvere in altra sede. Adesso però, nel caso delle altre 11 associazioni, la nuova pm Lucia Minutella ha citato a giudizio la donna per l’ipotesi di reato di «appropriazione indebita» in un processo che inizierà il 19 dicembre. Magra consolazione per associazioni benefiche che - parti civili in cerca dei soldi pensati per loro dalla signora Alma ma trattenuti dalla curatrice testamentaria - hanno trovato un solo cespite sequestrabile: 27 euro e 75 centesimi.
21 novembre 2018 | 07:26
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